Il libro di Giobbe tradotto da Benedetto Piacentini. Poesia e cambio di paradigma

Un’intervista del 2021 di Mariangela Guatteri a Benedetto Piacentini.

Benedetto Piacentini
Il libro di Giobbe
. L’indagine esistenziale del giusto

Presentazione di Roberto Vignolo
Edizioni San Lorenzo, 2021


Dalla quarta di copertina:

«Comunque lo si interpreti, il protagonista di tanto complesso libro ha il grande e impagabile merito di dar voce non solo all’umana sofferenza in eccesso e senza perché, ma anche a quella paura atavica dell’uomo di scoprirsi prima o poi una creatura imbrogliata, un figlio tradito, un re malamente detronizzato» (dall’introduzione di R.  Vignolo).

Nella sua angoscia, Giobbe arriva a considerare perfino Dio come nemico se pure soltanto una volta: «Perché distogli da me il tuo volto, e mi tratti come un nemico?» (Gb 13,24). Ma in Giobbe si insinua anche la percezione – indubbiamente sbagliata e pericolosa – di un Dio investigatore rigoroso, un giudice implacabile che scruta l’uomo fin nei più piccoli dettagli della sua condotta, un Dio che ricorda e non perdona: «Sorvegli tutte le mie vie e ti segni le orme dei miei piedi» (Gb 13,26-27). La disputa con gli amici presenta al lettore il conflitto psicologico e il dramma interiore del giusto colpito da dio. Giobbe subisce inizialmente l’influenza degli amici, ma ancor più quella della teologia del suo tempo, la Tôrāt ha gmul (il dogma della retribuzione), ma il caso personale risulta incomprensibile anche a lui! Gli amici ripetono le loro formule stereotipe, esse propongono un improbabile giudizio di Dio immanente, ‘automatico’, quasi fosse gestito da un algoritmo! La sentenza del dogma della retribuzione, perciò, risulta inesorabile: il rovescio esistenziale colloca in modo ineluttabile Giobbe tra i malfattori.


Da una recensione di Gianfranco Ravasi

Inserto domenicale del Sole 24 ore (15/08/2021)

[…] Stiamo parlando del libro di Giobbe, un capolavoro assoluto di tenebra, di urla, di silenzi, di parole estreme e supreme. Con coraggio un altro studioso – tra i tanti commentatori che si sono arrischiati a inoltrarsi sul crinale tagliente tra fede e negazione disegnato dal protagonista, lo «sceicco» straniero ’Jiôb di Uz – si è confrontato con questo testo dalla complessa stratificazione letteraria e teologica.

È Benedetto Piacentini, che ha alle spalle una vasta esperienza di studi ma anche di vita nella terra della Bibbia. Il suo approccio a quest’opera dalla redazione piuttosto travagliata è minuzioso nell’analisi, minuto nei caratteri tipografici e minore nella tonalità che esclude una netta definizione del messaggio, affidandone la scoperta all’accurato spoglio del testo stesso, condotto versetto per versetto ma anche con uno sguardo sintetico su ogni sua tappa. Alla fine irrompe il Dio contestato e chiamato in causa incessantemente dal grande sofferente. Ed è qui che si raggruma, nel gomitolo delle domande (e non delle risposte) divine, il filo del significato ultimo del libro che riesce a far prevalere la teologia, cioè il discorso su Dio, rispetto all’antropologia, ossia lo scandalo della sofferenza, spazzando via i teoremi «razionali» degli amici teologi di Giobbe.

Testo di crisi, quindi, nel senso genuino del termine, di discriminante tra «il dire cose rette» su Dio oppure solo stereotipi. […]


Benedetto Piacentini

www.benedettopiacentini.com/
Teologo, biblista, traduttore, classe 1960, già religioso della Piccola Famiglia dell’Annunziata ha vissuto a Montesole (BO) fino alla morte del suo fondatore, Giuseppe Dossetti.
Dopo gli studi del latino e del greco si è trasferito in Medio Oriente dove è rimasto 10 anni, prima a Gerusalemme e poi nella comunità religiosa in un villaggio palestinese non lontano da Ramallah. È in questo lungo periodo che Benedetto Piacentini approfondisce lo studio delle lingue semitiche (ebraico biblico, ebraico moderno, arabo letterario, dialetto palestinese, aramaico biblico) e frequenta le scuole bibliche a Gerusalemme, in particolare la Scuola Biblica Francescana della flagellazione e l’Ècole Biblique tenuta dai domenicani.

Ha pubblicato: I canti di lode dei padri, esapla dei salmi, Edizioni Dehoniane, Bologna, 2011; I salmi preghiera e poesia, Paoline editoriale libri, Milano, 2012.

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Informazioni su mariangela guatteri

Scrittore e artista visivo, insegnante di Yoga e allenatore, è redattore di alcuni siti dedicati alla ricerca letteraria e artistica e co-curatore di una collana di prosa e poesia, oltre che di eventi e iniziative culturali. La sua ricerca indaga e utilizza ‘grammatiche’ dei vari linguaggi indipendentemente dai confini disciplinari entro i quali vengono solitamente recepiti e letti. L’indagine punta alla realtà e tenta di rilevare le modalità e i meccanismi condizionanti, per la mente e l’agire umano, in cui tanto il pensiero quanto il linguaggio sono fortemente implicati. § Tra le varie attività ha ricoperto per diversi anni il ruolo di docente presso la scuola pubblica, di consulente presso il Polo Universitario Reggiano e di imprenditore nell’area Information Technology. Ha pubblicato interventi teorici, riflessioni critiche, prose e poesie in riviste e libri. In ambito didattico ha pubblicato un libro di testo per la scuola superiore. § Nel 2011 ha vinto la XXV edizione del Premio Lorenzo Montano (raccolta inedita). Alcuni suoi testi sono stati tradotti e pubblicati in francese, inglese, serbo, greco e svedese. ☞ Bibliografia completa delle pubblicazioni di Mariangela Guatteri in Academia.edu [https://independent.academia.edu/MariangelaGuatteri/Bibliography]
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